Chi non crede nella democrazia

Per come la vedo io, che sono tutto fuorché fascista, la liberazione dal fascismo è servita a far sì che tutti possano dire quello che pensano: anche se quello che pensano consiste nel rimpiangere la repubblica di Salò.
Dopodiché, se davvero credete che impedire a qualcuno di esprimere le proprie idee -per quanto aberranti esse siano- equivalga a neutralizzarle, ritengo che siate degli illusi: quelle idee non solo resteranno tutte al loro posto, ma in più diventeranno clandestine, fornendo a chi le propaganda l'alibi del martirio e facilitandogli il proselitismo.
Io rimango convinto che le cattive idee non si combattano silenziandole, ma lasciando che vengano espresse e poi confutandole: e ne sono convinto perché credo nella democrazia.
Mi pare che chi auspica la censura, invece, non ritenga la democrazia abbastanza forte da sconfiggere quelle idee nel merito: e quindi, in estrema sintesi, che nella democrazia creda molto, ma molto meno di me.

Questo post è stato pubblicato il 24 aprile 2012 in ,,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

19 Responses to “Chi non crede nella democrazia”

  1. Pur essendo daccordo sulle linee generali del tuo ragionamento, mi sembra che fra auspicare la censura e dire che non si è proprio contenti di come un verso di una propria canzone sia stato estrapolato e riutilizzato per inneggiare a un'idea che non si condivide ci passi come dal giorno alla notte.

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  2. Pardon, ci mancherebbe. Sono io che ho sbagliato link. Non ce 'avevo con Guccini. :-)

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  3. concordo con clodovendro: Guccini non ce l'ha con chi inneggia ai militanti di salò, ma con chi ha utilizzato versi di una sua canzone per scopi a lui non piaciuti.

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  4. più che altro usare i versi de 'la locomotiva' per inneggiare a salò è come usare rocco siffredi come testimonial per promuovere le vocazioni religiose.

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  5. In linea di principio potrei essere d'accordo con questo ragionamento, ma non sono sicuro che la clandestinità rafforzi i gruppi neofascisti.
    Anche perché NON SONO CLANDESTINI. Fanno propaganda alla luce del giorno ormai da anni, legittimati dai loro amici che siedono (illegalmente) in parlamento, nei consigli regionali e comunali, addirittura sullo poltrona di sindaco in alcuni Comuni. E guarda caso proprio dove hanno più appoggio politico (vedi Roma) fanno più proseliti.
    Il reato di apologia del fascismo serve proprio ad evitare che le loro malsane idee possano in qualche modo venir legittimate: se si censura un manifesto illegale (come quello di cui stiamo parlando) sicuramente ci sarà qualche nostalgico che sentirà rafforzato nelle sue posizioni. Ma si evita nel contempo di far passare il messaggio che il fascismo sia qualcosa di legittimo.
    L'attuale legge secondo me è molto equilibrata su questo punto: non è fatto divieto di essere fascisti, di discutere di fascismo, di incontrarsi tra nostalgici per parlarne. E' fatto divieto di fare propaganda (oltre che di ricostituire il disciolto pnf).
    Il fascismo, in questo modo, rimane nella sua dimensione: discussione storica, che può essere pubblica, e deliri contemporanei, che non si dovrebbero pubblicizzare.
    Finché non si è diventati permissivi su propaganda ed associazione partitica, la "questione fascista" è rimasta relegata a qualche repubblichino che si vergognava, nella maggior parte dei casi, a dichiarare pubblicamente la propria passata militanza, e ad un unico partito visibile che si rifacesse ad alcuni principi del fascismo, senza mai, però, voler davvero rivendicare una continuità con il passato.
    L'msi era un partito velatamente fascista, ma loro stessi avevano timore di ammetterlo. Adesso invece, tra nuovo msi, fn, casapound, ecc, c'è un esplosione di gruppi neofascisti che si rifanno addirittura orgogliosamente agli orrori del ventennio. E secondo me la colpa di questo è proprio da ricercare nel lassismo con cui si è affrontata la questione negli ultimi anni.
    La differenza maggiore, poi, tra ieri e oggi, è che ieri nessuno si sognava di portare come "argomenti di confronto politico" la violenza e la prevaricazione. Oggi invece si sentono legittimati a farlo.

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  6. Nelle zone liberate dai partigiani nel 1944-'45, ai fascisti non era consentito esprimersi. Stando a questa predica che ci hai fatto, quei partigiani dunque sbagliavano e così facendo hanno in realtà aiutato i fascisti?

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  7. Non sono assolutamente d' accordo.

    Ma che confutazione vuoi metterti a dare ad uno che declina il rispetto per l' Uomo per la costruzione dei ponti, la bonifica di non so che o altri mille discorsi del cazzo??

    Una discussione, dotata di argomentazioni e confutazioni può avvenire sui mezzi, sulle considerazioni, sulle analisi, ma non sugli ideali necessari ad una convivenza umana.

    E questo mio recente post casca praticamente a pennello come risposta al tuo:
    http://www.liberarchia.net/blog/?p=820

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  8. e chi non crede nella democrazia forse ha anche ragione ...
    In Italia appena la democrazia ha cominciato a dare i suoi frutti, appena hanno cominciato a vincere gli "altri", sono arrivate le bombe!

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  9. Anch'io non sono d'accordo. Non si tratta di discussioni teoriche su questioni lontane. Il fascismo è qui, ora; in altre forme e modi, ma pur sempre presente nella società e nella politica. Da sempre esiste una tendenza a ridimensionare, ad annacquare il fascismo. E la forza della sua presenza dipende da quanto spazio gli viene lasciato.
    Comunque sì, non credo che la nostra sia una democrazia forte.

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  10. Spiacente ma non sono d'accordo.
    E sono in buona compagnia: come mi è già capitato di dire, perfino un sommo del pensiero liberale come Popper era d'accordo con me.
    In sintesi il discorso di Popper era il seguente: libertà non significa avere il diritto di fare tutto quello che voglio. Anche se sono libero, questo non significa che io possa girare per strada prendendo a pugni tutti quelli che mi capitano a tiro.

    Scialuppe
    Allo stesso modo, continuava, libertà di parola non significa la libertà di propugnare idee che sono contrarie alla convivenza civile. Non posso fare propagando dello sterminio, o pretendere il diritto allo stupro, o alla pedofilia, alla discriminazione razziale o a qualunque altra cosa porti nocumento ingiusto ad una categoria di persone o ad un singolo.
    Non posso andare a propagandare l'idea che Metilparaben dovrebbe essere impiccato col filo di ferro.
    Questo è un principio elementare. Da un punto di vista legalitario, si tratta di apologia di reato.
    Al fascismo sono connaturati la discriminazione razziale, il sopruso e la sopraffazione delle classi dominanti sulle altre. Non è mai esistito un movimento fascista che non facesse soi questi punti. Il neofascismo attuale in particolare è tutto basato sul razzismo come elemento aggregante.
    Ergo, fare propaganda fascista è equivalente, come liceità, a propagandare il diritto di arrostire bambini di tre anni e farseli per cena. Da un punto di vista teorico dovrebbe essere permesso? Forse sì, ma nella pratica va combattuto metro per metro, con qualsiasi mezzo.
    Questo da un punto di vista legalitario e liberale, altri approci non li prendo neppure in considerazione.

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  11. rimuovere squallida propaganda abusiva fascista non mi pare un modo di martirizzare o rendere clandestino nessun fascista, né chi ha concepito, stampato o affisso i manifesti.
    allo stesso modo, rimuovere con lo scopettone le croste marroni residue nella coppa del water non comporta alcuna riduzione di libertà democratica per il soggetto che ha emesso le deiezioni. è banale civiltà.
    il vittimismo fascista invece resta un'esca formidabile e fragrante per far abboccare gli iperuranici fautori della teoria liberale, pronti a bere una birra gelata con iannone, e mai ad esprimere un'opinione in croce riguardo al fascismo.

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  12. Allora noi dovremmo parlarne in questo senso: quelli che hanno dato la vita per quanto abbiamo oggi avrebbero permesso a dei fascisti di andare a giro liberamente a professare cose da fascisti?

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  13. La democrazia sta sempre a discutere di fascisti e comunisti. Basta che non parli di anarchia, o si dissolverebbe

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  14. metil, ultimamente mi sembra che stai diventando tanto estremista e ti dirò che non mi sento meno democratica di nessuno se chiedo che venga rispettata la costituzione.

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  15. vedo che la censura la eserciti anche tu nonostante critichi gli altri, eppure non mi sembrava di essere stata offensiva

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  16. La democrazia è una cosa, l'oclocrazia un'altra. Più precisamente, la seconda è la degenerazione della prima. E' nella seconda, e non nella prima, che vanno liberamente in giro idee che inneggiano ai genocidi o, per fare un altro esempio, che sono il brodo di coltura di cui si pasce la violenza sulle donne, fenomeno, ad oggi, tutt'altro che clandestino. C'è ben poco da lasciar manifestare e da confutare amenamente, quando la manifestazione di certe idee prelude all'eliminazione, anche fisica, di molti/e.

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  17. Mi verrebbe da rispondere:
    In Germania la questione e' trattata con molto piu' rigore, ciononostante non mi sembra vi sia un deficit di democrazia in quel Paese.
    Come detto da altri, accettare propaganda fascista significa, in un certo senso, legittimarla e legittimare il pensiero fascista, affermare anche se indirettamente che ha diritto a partecipare al dibattito pubblico, all'agone politico. Che ha persino diritto di governare ancora.

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  18. Essendo Metil tornato ad essere radicale, deve per statuto dire cazzate.

    Quindi rassegnatevi che ci propinerà questa solfa della libertà di esprimersi anche per i fascisti ogni 3x2 - come sta facendo da qualke mese a questa parte - senza neanche avere la preoccupazione di prendere in considerazione gli appunti che gli vengono fatti in merito.

    E' inutile che insistiate dicendo che non ci può essere democrazia se contemporaneamente si riconosce ogni concetto o ideologia ad essa contraria, tra una o due settimane ripeterà pari pari gli stessi concetti di oggi. Sia mai che qualcuno non legge i commenti e ci casca.

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  19. faccio ammenda, non hai censurato nessuno, almeno non me, ciao

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