There's still something that you're dying to tell me

Chi arrossisce è già colpevole; l'innocenza vera non si vergogna di nulla.
(Jean-Jacques Rousseau, 1712 - 1778)

Riassunto delle puntate precedenti:
Nel gennaio del 2005 la Corte distrettuale della contea di Harris (Texas) inquisisce il Cardinale Joseph Ratzinger con l'accusa di aver favorito la fuga del seminarista Juan Carlos Patino-Arango, colpevole di avere abusato sessualmente di tre chierichetti della parrocchia di San Francesco di Sales di Houston. Il 19 aprile dello stesso anno Ratzinger diventa Papa, e il successivo 19 agosto l'Ambasciata del Vaticano a Washington invia una richiesta ufficiale al Ministero della Giustizia americano, affinché quest'ultimo interceda presso il tribunale: in ragione di tale intervento, e sulla scorta della considerazione che il Papa, in quanto capo di Stato estero, gode di una totale immunità, l’azione processuale penale nei suoi confronti viene sospesa, anche perché dichiarata incompatibile con gli interessi di politica estera degli Stati Uniti.
Marina Corradi su Avvenire di ieri:
L’aereo era appena decollato da Fiumicino, e già parlando con i giornalisti il Papa aveva pronunciato quelle parole, direttamente in inglese, perché arrivassero senza mediazioni al grande popolo che lo aspettava al di là dell’Oceano: "I am ashamed", "io mi vergogno". Poi, nel Nationals Stadium di Washington gremito di folla: "Nessu­na mia parola potrebbe descrivere il dolore e il danno recati dagli abusi pe­dofili". E ieri, nella cattedrale di San Pa­trizio, ancora è tornato a parlare dello scandalo che ha investito la Chiesa cat­tolica americana. Chi si aspettava parole diplomatiche o minimizzanti, ha dovuto ricredersi.
Che cosa può dire di più forte un uo­mo?
Non saprei: magari (la butto là, eh?) che in ragione di quella insopportabile vergogna ha deciso di lasciarsi processare.
Ma dipende dall'uomo, naturalmente.

Questo post è stato pubblicato il 22 aprile 2008 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

3 Responses to “There's still something that you're dying to tell me”

  1. Sarebbe troppo facile Metil. Decisamente troppo facile.
    E in 2000 anni storia non mi pare che abbiano mai reso facili le cose per nessuno. Pensi che vogliano cambiare una politica vincente?

    Ciao.

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  2. ...o di consegnare alla giustizia i preti protetti in Vaticano o fatti espatriare dai paesi in cui avevano commesso i crimini. Costituirsi parte civile non sarebbe male, per esempio.

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  3. mi vergogno anch'io per lui.
    lasciarsi processare significherebbe dire più di quello che le sue parole hanno detto.
    e cosa può dire di più forte un uomo se non "ti ho parlato in inglese perchè non mi si dicesse che ho dichiaratio che sono colpevole quando invece ho semplicemente detto che mi viene da vomitare?".
    saluti.

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